martedì 23 luglio 2013

IL BALLO di Irène Némirovsky.


Non conoscevo questa autrice e non mi è affatto dispiaciuta.
Sono intenzionata a leggere le altre opere e, soprattutto, la sua biografia.
La biografia è stata scritta, cinquant'anni dopo la sua morte, dalla figlia minore Elisabeth Gille che l'ha conosciuta appena e che quasi non la ricorda.
Perlustrando i diari e le lettere è stata in grado di creare "Mirador. Irène Némirovsky, mia madre.".
L'autrice nasce a Kiev nel 1903 da una famiglia benestante di origini ebraiche, che si trasferisce a Parigi e scopre, a 18 anni, la passione per la scrittura.
Un talento spento troppo presto, nel 1942, viene arrestata e deportata ad Auschwitz, dove muore a 39 anni, nonostante la conversione al cattolicesimo ed il suo quasi disprezzo per il suo stesso popolo: secondo la Némirovsky si tratta di avidi a caccia di soldi.
L'ho letto in un'oretta sulla spiaggia di Cadiz, sotto un cielo nuvoloso che è riuscito ad ustionarmi comunque.
Nel racconto c'è molto della scrittrice: un rapporto di odio con la madre, un padre assente ed una ricca società che pensa solo all'apparire e non all'essere.
La protagonista è la quattordicenne Antoinette, figlia di un ebreo diventato improvvisamente ricco e di una ex segretaria che "comincia soltato adesso a vivere e non ha nessuna intenzione di farsi intralciare da una ragazza da marito" grazie alla nuova fortuna.
I Kampf, i nuovi ricchi di Parigi, organizzano un ballo per socializzare con la "gente che conta", ma una vendetta colpirà nel profondo la loro presunzione..vendetta escogitata dalla piccola Antoniette, che sogna solo l'amore.

Buona Lettura.

-QueenSab-






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